In generale una centrale idrelettrica è costituita da un’opera di captazione delle acque, opere di trasporto delle acque, macchinari che trasformano l’energia idraulica in energia meccanica e quest’ultima in elettrica.Il primo impianto idroelettrico fu costruito nel 1880, nel Northumberland. La rivalutazione dell’energia idraulica coincise con lo sviluppo del generatore elettrico accoppiato alla turbina idraulica e con la crescente domanda di elettricità che caratterizzò l’inizio del XX secolo.
L’energia idraulica rappresenta approssimativamente 1/4 dell’energia totale prodotta nel mondo e negli ultimi anni sta considerevolmente aumentando d’importanza; in molti paesi, quali ad esempio Norvegia, Repubblica democratica del Congo e Brasile, rappresenta la fonte dominante per la produzione di energia elettrica. L’impianto Itaipu sul Rio Paranà, tra Brasile e Paraguay, ufficialmente inaugurato nel 1982, ha la più grande capacità del mondo (12.600 megawatt a pieno regime).In alcuni paesi sono stati costruiti impianti idroelettrici di piccole dimensioni, con capacità comprese tra un kilowatt e un megawatt. In molti distretti della Cina, ad esempio, piccole centrali di questo tipo costituiscono la fonte principale di energia.La tecnologia della maggior parte dei grandi impianti è rimasta la stessa per tutto il secolo. Gli impianti sono serviti da un grande bacino di riserva, a monte di una diga, dove il flusso dell’acqua può essere controllato per mantenere un livello pressoché costante. Dalle condotte forzate, l’acqua entra nelle turbine attraverso valvole che controllano la quantità del flusso secondo la domanda d’energia ed esce passando attraverso il canale di scarico . I generatori sono montati direttamente sopra le turbine, su alberi verticali. Il tipo di turbina dipende dal salto e dalla portata d’acqua: per alti salti si usano turbine Pelton, per medi salti si usano turbine Francis , per dislivelli relativamente bassi e con grandi portate si usano turbine Kaplan. (vedi foto sotto)
L’energia idraulica rappresenta approssimativamente 1/4 dell’energia totale prodotta nel mondo e negli ultimi anni sta considerevolmente aumentando d’importanza; in molti paesi, quali ad esempio Norvegia, Repubblica democratica del Congo e Brasile, rappresenta la fonte dominante per la produzione di energia elettrica. L’impianto Itaipu sul Rio Paranà, tra Brasile e Paraguay, ufficialmente inaugurato nel 1982, ha la più grande capacità del mondo (12.600 megawatt a pieno regime).In alcuni paesi sono stati costruiti impianti idroelettrici di piccole dimensioni, con capacità comprese tra un kilowatt e un megawatt. In molti distretti della Cina, ad esempio, piccole centrali di questo tipo costituiscono la fonte principale di energia.La tecnologia della maggior parte dei grandi impianti è rimasta la stessa per tutto il secolo. Gli impianti sono serviti da un grande bacino di riserva, a monte di una diga, dove il flusso dell’acqua può essere controllato per mantenere un livello pressoché costante. Dalle condotte forzate, l’acqua entra nelle turbine attraverso valvole che controllano la quantità del flusso secondo la domanda d’energia ed esce passando attraverso il canale di scarico . I generatori sono montati direttamente sopra le turbine, su alberi verticali. Il tipo di turbina dipende dal salto e dalla portata d’acqua: per alti salti si usano turbine Pelton, per medi salti si usano turbine Francis , per dislivelli relativamente bassi e con grandi portate si usano turbine Kaplan. (vedi foto sotto)
Negli impianti idroelettrici moderni vengono impiegate generalmente turbine Kaplan fino a 60 m. e turbine Francis fino a 600 m. L’impianto che dispone del dislivello maggiore (circa 1770 m.) si trova a Reisseck, in Austria, e utilizza una turbina Pelton, mentre singole unità di notevoli dimensioni sono installate nell’impianto di Itaipu, in Brasile: si tratta di 18 turbine Francis da 700 megawatt ciascuna, per una capacità complessiva di 12.600 megawatt. Molti degli impianti idroelettrici a basso dislivello realizzati prima del 1930 sono stati abbandonati a causa delle elevate spese di manutenzione e di manodopera. Tuttavia il crescente costo dei combustibili fossili ha riportato l’interesse anche sugli impianti di piccole dimensioni.
schema di impianto di piccole dimensioni
Esistono fondamentalmente due tipi di centrali idroelettriche che sfruttano rispettivamente o grandi altezze di caduta, o grandi volumi d’acqua. Nel primo caso l’energia viene fornita soprattutto dal dislivello: spesso si parla di centrali con impianto di pompaggio: tali centrali sono costituite da due serbatoi posti a quote differenti e collegate attraverso una condotta forzata. La differenza, rispetto ad una normale centrale idroelettrica è rappresentata anche dal generatore che, in certi momenti, funziona come un motore.
Immagazzinare l’energia elettrica in modo economico non è possibile, ma l’azionamento della cosiddetta pompa-turbina nelle ore notturne in cui il consumo è ridotto consente di pompare nel bacino di raccolta a monte una quantità di acqua che può essere poi riutilizzata nelle ore di massimo consumo. Negli ultimi anni la tecnologia della pompa-turbina si è sviluppata notevolmente, tanto da essere applicata a dislivelli oltre 800 metri . Nel secondo caso si parla di centrali ad acqua fluente dove si sfruttano enormi masse d’acqua che cadono da un piccolo dislivello.
4 commenti:
Ciao Alle, come stai?
ciao gasparini sono liramalala mi riconosci? Niry mi ha iscritto definitivamente e ora comunicherò con voi!!
Sto bene ragazzi, brava Lira sono contento che ti sia iscritta.
Finalmente!
Poverina non ci saltava fuori!
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