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Berlusconi e il nucleare di nuova generazione



I reattori nucleari di IV generazione sono oggetto di ricerca della comunità scientifica internazionale da più di un decennio ma a tutt'oggi nessuno dei numerosi progetti allo studio è stato ancora realizzato. Anche le previsioni per il loro futuro sviluppo sono incerte si parla del 2030/2040, i più ottimisti ragionano sul 2020. Un organismo internazionale: GIF (Generation IV International Forum) nato nel 2000 dal Department of Energy USA in cui sono confluiti vari istituti di tutto il mondo sovraintende l'evoluzione della materia. Naturalmente pur avendo in atto svariati protocolli internazionali di ricerca il GIF non è l'unico ente che si occupa del settore ed in campo nazionale diversi paesi conducono parallelamente propri progetti. A questo punto è lecito chiedersi cosa sono i reattori a fissione di IV generazione e cosa li differenzia in maniera netta dai loro predecessori. Dei 439 reattori nucleari attivi nel mondo la quasi totale maggioranza è di I e II generazione e solo qualcuno in Asia di III generazione. Esaminiamo con più dettaglio quali dovrebbero essere le caratteristiche essenziali di un impianto di IV generazione e le differenze rispetto a quelle delle centrali funzionanti. Un reattore di IV generazione dovrebbe sostanzialmente ottemperare ad otto fondamentali regole: -Non immettere nell'ambiente alcun inquinante. -Avere una lunga vita media (superiore ai 30 anni). -Avere elevato rendimento di consumo del combustibile fissile. -Minimizzare la produzione di scorie radioattive. -Una sicurezza intrinseca tale da rendere inutile qualsiasi piano di evacuazione per incidenti. -Non originare sottoprodotti che diano luogo a proliferazione nucleare a scopo militare. -Produrre scorie con tempi di dimezzamento più bassi di quelli attuali. -Produrre energia elettrica a costi competitivi con le altre fonti . Per realizzare queste condizioni gli impianti continuano ad usare come combustibile ignifugo l'uranio ma utilizzano l'isotopo U238 anzi che l'U235 essendo quest'ultimo molto più diffuso in natura (99,3 % contro 0,7 %). Le realizzazioni tecnologiche sono svariate ma fondamentalmente si perseguono due diverse filiere: -I reattori nucleari termici. -Gli autofertilizzanti a neutroni veloci. I reattori di IV generazione termici allo studio sono fondamentalmente di tre tipi: -Il Very High Temperature Reactor che utilizza come combustibile l'Uranio ed è a ciclo aperto ossia le scorie non sono riutilizzate come combustibile (un reattore da 1 Giga Watt a ciclo aperto produce ogni anno 30 tonnellate di scorie radioattive contro le otto tonnellate di una centrale di pari potenza a ciclo chiuso). Prevede grafite come moderatore ed il refrigerante è ad altissima temperatura (dell'ordine dei 1000°C). Queste alte temperature consentono un elevato rendimento termodinamico e la possibilità di usarlo in cogenerazione in impianti di cracking o per produrre idrogeno con elettrolisi ad alta temperatura. -Il Super Critical Water Reactor che usa come refrigerante acqua leggera allo "stato supercritico" ossia in condizioni di pressione e temperature tali da conferirle proprietà in parte simili a quelle del liquido ed in parte a quelle del gas (221 bar e 374°C). Questo tipo di impianti ha un buon rendimento termico il 45% contro il 33% degli attuali ad acqua calda di seconda generazione. -Il Molten Salt Reactor ossia il reattore a sali fusi in cui il combustibile ignifugo è disciolto in sali (come il tetra fluoruro di uranio)che sono portati a temperatura di fusione. I reattori autofertilizzanti sono privi di elemento moderatore e quindi hanno la caratteristica di produrre materiale fissile in quantità superiore a quella con cui si è caricato l'impianto. Il surplus di materiale fissile prodotto può essere bruciato nel reattore stesso. Detti reattori inoltre producono scorie con tempi di dimezzamento minore dei tradizionali reattori di II e III generazione (decina di migliaia di anni contro i milioni). Il fluido di raffreddamento non può essere acqua che fungerebbe anche da moderatore e pertanto si usano sali fusi (in maggioranza sodio o leghe eutettiche di piombo bismuto) o gas (elio).
vedi anche: energia fotovoltaica
                 energia eolica
                 energia idroelettrica
                 idrogeno la nuova frontiera







Berlusconi annuncia l'avvio del NUCLEARE

Berlusconi annuncia l'avvio entro 3 anni di impianti nucleari. Volevo ringraziare personalmente il Presidente del Consiglioche puntualmente continua a proclamare progetti comuni dello Stato Italiano senza però interpellare il popolo sovrano. Eppure quando si parla di poteri viene sempre annunciato, il popolo, però il Presidente si scorda che abbiamo votato con un referendum il NO AL NUCLEARE. In più non parla di come si vogliono trattare le scorie radioattive che ancora oggi, quelle delle centrali dismesse, creano non pochi problemi di stoccaggio costando diversi milioni di euro al popolo. Perchè invece non si intensifica l'agevolazione agli impianti d'energia alternativa come l'eolico,il fotovoltaico,la biomassa,l'idroelettrica portando il paese verso un'economia verde ed ad un'aumento dei posti di lavoro.Dobbiamo forse pensare che anche qui, come per il ponte sullo stretto di Messina, ci siano interessi e proclamazioni solamente di tipo speculativo? Speriamo che questa bolla di sapone e sopratutto che gli italiani si sveglino dal lungo sonno e incomincino a meditare sulle politiche di questo paese che sta sprofondando nell'abisso più oscuro.

IDROGENO: la nuova frontiera?


Ho appena terminato di leggere un libro che parla dello sviluppo dell' idrogeno nell'ambiente industriale e in quello automobilistico. Sono rimasto molto colpito dalle svariate applicazioni che si possono avere e sopratutto la produzione dell'idrogeno tramite fonti alternative come il fotovoltaico o l'eolico dove non si può accumulare l'energia prodotta ( se non tramite batterie: che comportano comunque uno smaltimento) e dove invecie, con l'idrogeno si può.
La cosa che mi rende perplesso è però la materia prima che si usa per produrlo che è l'acqua. Nel mondo contemporaneo  dove il petrolio è alla base di guerre continue è risaputo che già ora l'acqua è la nuova frontiera del millenio.
Avevo letto già diverso tempo fa che era in produzione un'automobile ad aria compressa,
Eolo , dove la sparizione di questo prototipo è ancora un mistero. Alcuni ritengono che sia una bufala però rimane comunque sospetta la sparizione di questo progetto.
Nella speranza che si abbandonino nel nostro paese alcuni progetti come il nucleare e il
ponte di Messina speriamo che i futuri governi si impegnino ad aumentare l'energia prodotta alternativamente e non a progetti faraonici che alimentano solamente la corruzione e il guadagno delle multinazionali.

Il CHE

ENERGIA EOLICA

Con energia eolica si intende l'estrazione di energia cinetica del vento per la produzione di energia meccanica o elettrica.Il vento è essenzialmente dovuto all'energia solareNel corso del giorno l'aria sopra i mari e i laghi rimane più fredda rispetto all'aria sopra la terra, principalmente per il fatto che l'acqua "assorbe" il calore solare negli strati inferiori , sulla terraferma invece il calore solare viene in buona parte riflesso e riscalda l'aria in superficie che espandendosi diventa leggera e tende a salire, di conseguenza l'aria più fredda e più pesante che proviene dai mari e dagli oceani si mette in movimento per prendere il suo posto causando i venti di superficie, di notte in genere succede il contrario in quanto il calore accumulato negli strati profondi dell'acqua rendono più calda l'aria sovrastante gli specchi d'acqua che tende a salire e l'aria sopra la terra, più fredda perché non più irraggiata dal sole, tende a prendere il suo posto, per cui di giorno si ha la brezza verso la terraferma e di notte si ha la brezza verso il mare.Altra causa di spostamento di masse d'aria sono le fluttuazioni della pressione atmosferica, per questo effetto l'aria si spostano al suolo da aree ad alta pressione atmosferica verso aree adiacenti di bassa pressione, con velocità proporzionale alla differenza di pressione.
Quando si intende "coltivare" l'energia eolica per fini energetici bisogna conoscere molti parametri: le variazioni diurne, notturne e stagionali; la variazione della velocità del vento con l'altezza sopra il suolo; l'entità delle raffiche nel breve periodo e valori statistici ottenibili registrando dati in un lungo periodo di tempo. E' importante conoscere la velocità massima del vento.Prima di installare un aerogeneratore è opportuno compiere rilevamenti anemometrici che diano un quadro generale delle caratteristiche del vento nel punto esatto di installazione, questo studio si effettua con apparecchi detti anemometro e le rilevazioni devono durare minimo un anno, da tali dati si rileva anche quale tipo di aerogeneratore è più adatto al sito in questione.
E' dimostrato (A. Betz) che solo una parte, e precisamente il 59,3%, della potenza posseduta dal vento può essere teoricamente assorbita dal sistema eolico. Il perché è facilmente intuibile; per cedere tutta la sua energia il vento dovrebbe ridurre a zero la sua velocità immediatamente alle spalle del rotore, con l'assurdo di una massa in movimento prima e di una massa d'aria perfettamente immobile immediatamente dopo. In realtà il vento, passando attraverso il rotore, subisce un rallentamento e cede parte della sua energia cinetica; questo rallentamento avviene in parte prima e in parte dopo la turbina eolica.L'energia cinetica del vento varia con il cubo della sua velocità : se quest'ultima raddoppia, l'energia aumenta all'incirca di otto volte, se la velocità del vento aumenta di un 10% si ha un aumento del 30% di energia.
Oltre alle condizioni meteo tra i vari fattori che influenzano la velocità del vento ci sono effetti geografici locali, come le asperità del terreno e l'altezza delle correnti d'aria.La valutazione della ventosità di un sito richiede un'accurata indagine, che può durare anni. I siti vanno selezionati sulla base di indicatori biologici (grado di inclinazione permanente del fogliame, rami, tronchi degli alberi), geomorfologici (ostacoli naturali e antropici quali edifici, rugosità e orografia del terreno), socioculturali (toponomastica e memoria storica degli abitanti), nonché su un attento esame dei vincoli esistenti (ambientali, archeologici, demaniali).
La selezione definitiva viene fatta dopo un periodo di misura della velocità e direzione del vento. Anche l'esistenza di strade adeguate e la vicinanza a linee elettriche devono essere tenute presente, poiché hanno implicazioni dirette con la redditività di un'iniziativa.Importante è la disponibilità della fonte e quella della stessa macchina. Siti interessanti garantiscono intorno a 100 giorni di vento/anno (circa 2400 h/anno). Buone macchine consentono di utilizzare almeno il 95% del vento a disposizione. Le potenze installabili per una moderna centrale si aggirano sui 10 MW/km2, anche se l'area effettivamente occupata è molto più piccola.
Quanta energia da un aerogeneratoreIl lavoro che può svolgere un aerogeneratore dipende dall'area del rotore e dalla efficienza aerodinamica dello stesso.Una turbina eolica che possa utilizzare la forza del vento che va da 3 m/s a 30 m/s può produrre mediamente 860 kWh all'anno per ogni m2 di corrente d'aria intercettata, un rotore eolico può avere una potenza nominale di 0,3-0,5 kW/m2 , in Italia il parco eolico produce energia elettrica con una efficenza del 22% circa della potenza nominale installata. (corrispondenti ad una media di 1900 ore di funzionamento all'anno).
Per le turbine ad asse orizzontale l'area attiva è data dalla superficie sviluppata dal raggio dell'elica.
Per le turbine ad asse verticale la superficie utile è data dalla larghezza massima di prospetto per l'altezza della turbina.Le più piccole turbine eoliche hanno una superficie attiva di 0,2 m2 e possono produrre mediamente 100 kWh/anno.Le più grandi turbine hanno una superficie attiva di 10.200 m2 con una potenza di 4,5 MW, possono produrre 9.000 MWh all'anno.